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Olivier Sarbil illustra le sfide del filmmaking in prima linea
Seguire le forze speciali irachene nei loro combattimenti era inevitabile per il pluripremiato filmmaker Olivier Sarbil.
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All'inizio del nuovo millennio, il fotografo britannico Giles Duley ha abbandonato lo sfarzo, il glamour e la superficialità del mondo della musica e della moda per dedicarsi a storie significative e coinvolgenti. La brusca svolta nel suo percorso professionale lo ha portato a viaggiare in tutto il mondo come fotogiornalista, documentando tantissimi Paesi afflitti da disordini, conflitti e problematiche umanitarie.
Nel 2011, mentre accompagnava una pattuglia di un reggimento americano in Afghanistan, Giles è stato colpito dall'esplosione di una bomba, diventando egli stesso una vittima di guerra. Nonostante il team di medici sia riuscito a salvargli la vita, l'esplosione gli ha portato via entrambe le gambe e il braccio sinistro.
Inoltre, è convinto che la sua sfortuna gli abbia dato la possibilità di comprendere meglio le sofferenze degli altri, offrendogli una prospettiva migliore da cui raccontare le loro storie.
"Fotografare qualcuno in una zona di guerra, fotografare un civile ferito, per me è una grande responsabilità. Sentivo che forse ora avrei potuto dare un contributo unico alla fotografia poiché avevo vissuto un'esperienza simile a quella delle persone che immortalavo. Sarei stato molto limitato, ma c'era una cosa che potevo fare: usare ciò che l'incidente mi aveva regalato, cioè l'empatia, la capacità di entrare in contatto con le persone".
Ho ancora una mano, ci vedo ancora; posso continuare a fare il fotografo.
Lavorando come fotografo indipendente, ora Giles si occupa solo di storie che gli stanno a cuore. "Se pensi che una storia sia abbastanza importante, se credi che sia importante, devi trovare il modo per continuare a raccontarla", afferma nel documentario. "Alcune persone dicono che non cambierai mai il mondo con una fotografia e io sono d'accordo. Ognuno di noi, qualsiasi cosa faccia, crea un impatto, produce una reazione che potremmo non vedere mai. Non ho mai creduto di poter cambiare il mondo con le mie foto, ma se potessi anche solo ispirare una persona che forse potrebbe farlo, allora avrei compiuto il mio lavoro".
Ad oggi, il mini documentario "Giles Duley" ha vinto il premio Royal Television Society East Award nella categoria Best Short Film e il Diversity Award. Inoltre, era presente nella selezione ufficiale del Maui Film Festival 2017 ed è stato proiettato nell'ambito della manifestazione annuale dedicata ai documentari di Short Sighted Cinema, Transform, che si è svolta presso il Rich Mix di Shoreditch. "Non potevo crederci", dichiara Tom entusiasta. "Quando abbiamo conosciuto Giles, abbiamo capito che avevamo davanti a noi un'opportunità di realizzare qualcosa di davvero speciale, ma non ci aspettavamo che il film avrebbe vinto dei premi. È stato bello ricevere queste conferme".
Il film di Wex è stato realizzato in appena due giorni. "Abbiamo iniziato esplorando Hastings, la città di Giles, passeggiando con lui in una bella giornata e abbiamo visto la spiaggia e la sua casa; siamo rimasti colpiti da come la sua abitazione sia una sorta di microcosmo che rappresenta lui e la sua personalità", spiega Tom. "Ha un atteggiamento determinato nei confronti della vita. Così abbiamo deciso di impostare il set principalmente nella sua abitazione, con alcune riprese effettuate in riva al mare".
Avendo già lavorato con la videocamera, sapevo che mi avrebbe restituito dei colori fantastici in quel tipo di situazione.
La decisione di girare la maggior parte del film in ambienti interni ha comportato per il regista alcune sfide relative all'illuminazione, che lo hanno spinto a scegliere la videocamera Canon EOS C300 Mark II. "Avendo già lavorato con la videocamera, sapevo che mi avrebbe restituito dei colori fantastici con quel tipo di illuminazione. Quando giro in situazioni simili con videocamere diverse da una Canon Cinema EOS, non riesco a ottenere quei bei toni della pelle che mi offre EOS C300 Mark II".
"Il design leggero di C300 Mark II mi ha anche permesso di tenerla in mano durante le riprese dei primi piani in spazi ristretti; questo può essere molto difficile con le fotocamere che non hanno le stesse dimensioni compatte. Inoltre, uno dei più grandi vantaggi offerti dalle riprese in 4K è quella bellissima trama densa, che ci fornisce un'immagine davvero intrigante su cui lavorare. Girare i film in 4K implica che questi possono essere visti con qualsiasi supporto e saranno sempre di ottima qualità, sia che si tratti di una TV 4K o di un display HD. Anche guardandoli in 1080p la qualità resta molto elevata poiché sono stati realizzati e modificati interamente in 4K".
In termini di approccio creativo, Tom ha deciso di unire il mondo della pubblicità con quello dei documentari per dare vita a qualcosa che non soltanto avrebbe creato scalpore ma sarebbe anche diventato un'opera d'arte di per sé.
"L'obiettivo era realizzare un documentario tipico, ma volevo metterlo in scena in modo che fosse elegante e con un lato pubblicitario. Pertanto, la maggior parte del documentario è stata girata a mano con un Easyrig per dare quel tocco naturalistico, mentre le altre parti sono state girate su treppiedi e slider. Anche per l'illuminazione, le riprese e il colour grading, ho provato a dargli uno stile caratteristico dando forma o controllando la luce naturale oppure abbiamo ambientato l'azione in modo da sfruttare la luce organica disponibile".
"Abbiamo ambientato numerose scene davanti a queste meravigliose e ampie finestre che si trovano sulla parte frontale della casa di Giles", ha affermato Tom, "in modo che ci fosse una sorgente luminosa principale, e poi abbiamo utilizzato la nostra illuminazione per completarla e aumentarla".
Sarà anche stato concepito come una pubblicità, ma il video è diventato virale con oltre un milione di persone che hanno già condiviso la storia di Giles Duley, per non parlare del grande interesse che ha suscitato in innumerevoli organizzazioni e blog di fotografia di alto profilo. "Non si tratta di un altro video di marketing ma di qualcosa di cui le persone vogliono parlare", dichiara Tom. "Non importa se chi lo guarda faccia parte del mondo della fotografia, sappia chi sia Giles o sia a conoscenza dei dolorosi eventi trattati: credo che questo video possa essere comunque una fonte di ispirazione".
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