Coltivare la fiducia e aprire nuove strade con i giovani fotografi di Bastogi

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Una foto in bianco e nero di tre bambini appoggiati alle corde di un ring da boxe. In primo piano, una bambina con lunghi capelli scuri guarda direttamente nell'obiettivo. Alla sua sinistra c'è un bambino sorridente e, accanto a lui, un terzo bambino. Tutti e tre indossano i guantoni da boxe.

Situata ai margini nord-occidentali di Roma e conosciuta quasi soltanto per il suo disagio sociale, l'ex residence Bastogi era nata come soluzione temporanea a un'emergenza abitativa. Oggi, a circa quarant'anni di distanza, è diventata un complesso residenziale trascurato che ospita circa 2.000 persone, molti dei quali bambini. 

Qui la disoccupazione è elevata, i problemi di salute diffusi, e i giovani raramente hanno l'opportunità di immaginare una vita diversa da quella all'interno della loro comunità. Ed è proprio in questo contesto che è intervenuta l'associazione AMICI DEI BIMBI ETS. In collaborazione con il comitato locale, offre sostegno scolastico a studenti di tutte le età nel cosiddetto "ex Bastogi". Se l'obiettivo principale è ridurre l'abbandono scolastico, l'associazione punta anche a stimolare nei ragazzi nuove forme di espressione personale.

Per questo ha trovato un partner ideale in Canon Italia, che da dieci anni porta la creatività del Canon Young People Programme (CYPP) agli studenti. L'associazione cercava un'organizzazione capace di instaurare relazioni solide e durature con le comunità giovanili, costruite sulla fiducia e portate avanti per mesi. Nel CYPP di Canon Italia ha trovato molto di più: un team in grado non solo di trasmettere competenze tecniche legate alla fotografia, ma anche di introdurre nuovi metodi di lavoro, nuovi concetti, nuove conoscenze del mondo e, cosa fondamentale, nuove prospettive professionali.

Una foto in bianco e nero di un bambino in piedi davanti a un parco giochi, dietro al quale si vedono gli appartamenti dell'ex residence Bastogi. Guarda dritto verso la macchina fotografica, con le braccia lungo i fianchi.

Il compito, tuttavia, non è stato semplice, come ha scoperto la fotografa di moda Erica Fava al suo primo incontro con gli studenti. Canon Italia l'aveva scelta proprio per il suo stile di insegnamento diretto, coinvolgendola nelle lezioni. Ma, come ricorda lei stessa, "la risposta tipica quando mi avvicinavo era: 'Perché dovrebbe importarmi?' I ragazzi non sono abituati a essere ascoltati, ricevono poco sostegno dalle famiglie e frequentano la scuola in modo irregolare. Molti trascorrono le giornate al telefono". Eppure Erica non si è lasciata scoraggiare: anzi, questi rifiuti iniziali l'hanno resa ancora più determinata a conquistare la fiducia dei giovani e a mostrare loro un nuovo modo di osservare il mondo.

Fiducia.

Immagina quanto possa essere difficile fidarsi degli adulti se cresci in un contesto in cui non sono presenti. O affidabili. O addirittura sicuri. Per questo Erica doveva guadagnarsi la fiducia fin dal primo momento, e sorprende scoprire il ruolo che hanno avuto le fotocamere. Ha detto agli studenti che potevano prenderle in prestito. Che si fidava di loro, della loro capacità di custodirle e restituirle. Un gesto apparentemente semplice, ma in realtà molto potente: ha dimostrato chiaramente la fiducia che lei (e noi) riponevamo in quei giovani. Così è nato un legame forte, che è durato per otto mesi.

Il corso prevedeva ufficialmente due ore a settimana, ma spesso si andava oltre: Erica aveva capito che il modo migliore per mantenere viva l'attenzione era uscire all'aperto, imparare nel parco. Ha inoltre coinvolto la Canon Ambassador Chiara Negrello, la psicoterapeuta e fotografa Elena Russo e la fotografa Lucrezia Carnevale, che hanno rafforzato il messaggio educativo con le loro testimonianze.

Una foto in bianco e nero di un'auto coperta da un telone fissato con nastro adesivo. È parcheggiata su un terreno erboso, con cespugli alti e alberi sullo sfondo.

Anche i più piccoli, alcuni di appena quattro anni, hanno iniziato a "giocare" con la fotocamera, provando a capirne i limiti, prima che i più curiosi si cimentassero con aspetti più tecnici. "Mi aspettavo più difficoltà," racconta Erica, "invece anche i più giovani hanno trovato le reflex più intuitive delle compatte".

Col tempo, Erica ha avuto i suoi "fedelissimi", studenti che tornavano ogni settimana e nei quali ha notato un graduale cambiamento. "Le loro prospettive si sono spostate un poco", spiega. "Hanno iniziato a parlare di carriere creative." Il legame di fiducia, costruito passo dopo passo, si è manifestato anche nel modo in cui alcuni ragazzi hanno iniziato ad aprirsi con lei. "Con il tempo hanno cominciato a raccontarmi le loro storie, e alcune mi hanno colpita profondamente. Soprattutto quando condividevano esperienze terribili con leggerezza, come se fossero del tutto normali."

Anche le loro fotografie hanno sorpreso Erica: non erano gli scatti "pesanti" che si aspettava. "Si concentravano sui piccoli dettagli: un fiore, un barattolo di Nutella, uno zaino." Molti scattavano ritratti reciproci, giocando a Bastogi o partecipando alle attività organizzate da AMICI DEI BIMBI ETS, come il kickboxing. Insieme hanno restituito un'immagine inedita del quartiere e, come sottolinea Erica, lo hanno fatto con leggerezza. Forse senza rendersi conto della forza delle storie che stavano raccontando.

Un primo piano in bianco e nero del volto di una bambina. Guarda direttamente nell'obiettivo con un'espressione seria.

Al termine del programma, gli studenti hanno avuto un'opportunità rara: uscire da Bastogi per presentare i propri lavori al MAXXI, il Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma. Un evento completamente diverso da qualsiasi esperienza vissuta fino a quel momento. "Ancora una volta," spiega Paolo Tedeschi, Head of Corporate, Marketing & Sustainability Communication di Canon Italia, "abbiamo visto come il Canon Young People Programme vada oltre la fotografia. È curiosità, scoperta e nuove possibilità. Il tempo trascorso con questi ragazzi straordinari è stato fonte di ispirazione e ci ha insegnato moltissimo. Un dono che porteremo con noi e condivideremo con i nostri futuri studenti. Siamo immensamente grati ai giovani di Bastogi per aver condiviso con noi le loro vite e la loro creatività".

Anche Erica è convinta che il programma abbia "piantato un seme" nei giovani fotografi: "Spero che possano vedere il loro futuro non come già scritto, ma come qualcosa che queste esperienze hanno contribuito a plasmare. E che ricordino sempre il tempo trascorso insieme, giocando e imparando".

Scopri di più sul Canon Young People Program.

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