‘Imagine the Future is Watching You’ by Heidi Rondak photograph

MOSTRA THE WORLD UNSEEN

"Imagine the Future is Watching You" di Heidi Rondak

La fotografa di moda Heidi Rondak immagina il futuro attraverso una straordinaria immagine generata dall'intelligenza artificiale.

10 min.
The World Unseen sta cambiando il modo in cui tutti noi viviamo le immagini: non vedenti, ipovedenti e vedenti. Qui troverai l'immagine generata dall'IA di Heidi Rondak che esplora il rapporto tra tecnologia e natura. Ascolta l'audiodescrizione di Heidi o leggi le info qui sotto.

Ascolta Heidi Rondak mentre descrive il suo scatto

‘Imagine the Future is Watching You’ by Heidi Rondak image

In questo ritratto, una donna guarda dritto verso l'obiettivo. È bellissima, con zigomi alti, labbra carnose e occhi così scuri da sembrare quasi neri. La luce le illumina la fronte e il naso, mentre la parte destra del viso è in ombra.

Indossa un copricapo elaborato. Ai lati della testa, accanto agli occhi, si trovano dei dispositivi rotondi che sembrano telecamere, con delle luci rosse circolari al centro, puntate sullo spettatore. I dispositivi sono collegati da cavi che sembrano quasi degli steli di piante. Sopra la sua testa sono ammassate delle forme ovali pallide ricoperte di muschio. Sembrano boccioli di fiori o addirittura funghi.

Indossa una maglia chiara con il collo alto. Sembra che del muschio e dell'erba verde crescano dal tessuto stesso. Questa figura insolita e affascinante, una miscela simbiotica di tecnologia e natura, si staglia su uno sfondo nero.

Sopra la sua testa sono ammassate delle forme ovali pallide ricoperte di muschio. Sembrano boccioli di fiori o addirittura funghi".

Fotografia "Imagine the Future is Watching You" di Heidi Rondak con simulazione di glaucoma in fase precoce
Fotografia "Imagine the Future is Watching You" di Heidi Rondak senza simulazione di glaucoma in fase precoce

Scorri per vedere una simulazione di glaucoma in fase precoce

Immagine originale

Indossa una maglia chiara con il collo alto. Sembra che del muschio e dell'erba verde crescano dal tessuto stesso. Questa figura insolita e affascinante, una miscela simbiotica di tecnologia e natura, si staglia su uno sfondo nero.

Mi chiamo Heidi Rondak e sono una fotografa di moda. E anche se questa immagine può sembrare una fotografia - potrebbe persino essere uno dei miei lavori - in realtà non è così. Non c'era nessuna fotocamera, nessuno studio, e la modella non esiste.

Questo perché ho generato l'immagine con l'intelligenza artificiale, detta anche IA, nel gennaio 2024.

Utilizzando un software di intelligenza artificiale generativa è possibile creare immagini come questa a partire da indicazioni scritte. Per creare un'immagine in uno di questi programmi, è sufficiente iniziare la richiesta con la parola "Immagina".

Come suggerisce la parola, si tratta di un invito a creare un'immagine che raffiguri un mondo o un futuro che ancora non esiste. Cerco di usarla in modo da evocare immagini di un futuro con tutte le sue speranze e i suoi sogni tecnici, ambientali e sociali riuniti in un'unica cornice.

L'intelligenza artificiale generativa impara da ciò che è già presente. Questi programmi si ispirano a una vasta collezione di contenuti e informazioni già esistenti, dalla fantascienza, ai film, ai libri e tanto altro ancora. Di conseguenza, il potenziale di ciò che possono produrre è quasi illimitato.

L'intelligenza artificiale ci costringe a riconsiderare la creatività, il suo significato e il modo in cui la usiamo per esprimerci".

Dietro lo scatto
La fotografa di moda Heidi Rondak immagina il futuro attraverso una straordinaria immagine generata dall'intelligenza artificiale.

La creazione di immagini come questa mostra quanto sia efficace e convincente l'IA. Ma la diffusione di questa tecnologia porta con sé anche domande e sfide.

Una di queste è che ci costringe a riconsiderare la creatività, il suo significato e il modo in cui la usiamo per esprimerci.

L'essenza della creatività sta nella nostra capacità di combinare concetti esistenti in modi diversi. È così che immaginiamo qualcosa di nuovo, mettendo insieme idee ed elementi che già conosciamo per creare qualcosa di visionario, di diverso.

A seconda di come la si vede, l'IA potrebbe essere una minaccia per la creatività umana, oppure potrebbe favorirla.

Anche se il programma che ho usato è incentrato sulla creazione di immagini, l'IA generativa ci fa riflettere anche sulle parole che usiamo.

Questo perché usiamo il linguaggio scritto per dare vita a un'immagine. È un aspetto interessante, perché mette in discussione la nostra comprensione e il nostro uso delle parole, soprattutto quando l'immagine generata dall'intelligenza artificiale non è il risultato che avevamo immaginato.

I significati delle parole possono variare molto: dipendono dalle definizioni individuali, dal contesto in cui si trovano e da altri innumerevoli fattori. I programmi di IA spesso interpretano le parole in modo molto letterale, costringendoci a cambiare prospettiva e ad adattarci al loro modo di apprendere.

La velocità con cui l'IA è stata sviluppata e si è diffusa in tutti gli ambiti della vita e del lavoro ha preoccupato alcuni sul suo futuro, ma io sono ottimista.

Questa immagine è un esempio di questa visione positiva. Mostra come la natura farà sempre parte dell'identità umana, anche se la tecnologia avrà un ruolo sempre più rilevante nelle nostre vite. La tecnologia in questa immagine non è invadente, ma è strettamente legata alla persona, e gli elementi naturali coesistono in armonia.

Forse la caratteristica più insolita dell'immagine sono i dispositivi che la donna indossa ai lati della testa. Sembrano delle telecamere a forma di occhio, che osservano dai lati del suo viso simmetrico".

Forse la caratteristica più insolita dell'immagine sono i dispositivi che la donna indossa ai lati della testa. Sembrano delle telecamere a forma di occhio, che osservano dai lati del suo viso simmetrico. La sua espressione sicura e decisa, però, indica che non sono un ostacolo, ma parte di lei.

Le lenti futuristiche fissano lo spettatore, suggerendo che dietro di esse si cela un'intenzione sconosciuta. Si può avere l'impressione che la tecnologia ci osservi, ma non necessariamente in modo minaccioso: forse vuole imparare da noi, migliorare le nostre vite.

L'immagine è un gioco di prospettive, una cosa che i fotografi amano. Forse un giorno le telecamere saranno indossate come accessori o fissate al corpo per aiutare a migliorare le nostre limitate capacità visive.

Qualsiasi cosa abbia in serbo il futuro, da fotografa non riesco a immaginarlo senza la mia fotocamera. E per quanto l'intelligenza artificiale possa svilupparsi, non la sostituirà mai. La fotocamera non ci chiede di immaginare perché non ne ha bisogno. Cattura ciò che è già presente, ciò che è reale e tangibile.

Mi piace sperimentare il potenziale dell'intelligenza artificiale nel mio lavoro perché credo che possa migliorarlo. Posso usare la tecnologia come componente o per migliorare le immagini esistenti.

E anche se la fotografia non sarà sostituita dalle immagini generate dall'intelligenza artificiale, può comunque ispirarci a spingerci oltre i limiti.

Come per la maggior parte degli strumenti, l'importante è come lo usiamo. L'IA può facilitare il processo creativo, la creazione di concetti e confermare le aspettative creative, se non addirittura migliorarle attraverso una fase iniziale di visualizzazione.

A volte mi capita di sognare i servizi fotografici che non ho fatto. È allora che mi rivolgo all'intelligenza artificiale per crearne comunque una visione. Mi aiuta a immaginare una realtà che non è ancora accaduta. Mi aiuta a immaginare il futuro.

Scopri di più sulla Canon Ambassador Heidi Rondak

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