"Per me, questo progetto è stato un modo per capire la guerra e per aiutare gli altri a capirla un po' meglio", sostiene Magnus. "Quando vivi in un paese come la Svezia, dove la guerra è assente da 200 anni, è quasi impossibile capire che cosa significhi. Tuttavia, quello che posso capire è il rapporto tra un padre e un bambino, o un bambino e un genitore. In pratica, l'unico modo che ho per capire la guerra è attraverso gli occhi di un bambino".
L'impressionante immagine di Maha (immagine in alto) è stata al centro dell'attenzione globale vincendo il primo premio ai World Press Photo Awards dello scorso anno nella categoria di immagine singola "People". Durante l'evento è stato conferito un riconoscimento anche al film di Magnus, Fatima's Drawings, su un'altra giovane rifugiata (disponibile qui sotto). Oltre a raccogliere fondi per l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, Magnus spera che le sue fotografie, scattate nel caratteristico stile morbido e lattiginoso dato dal suo obiettivo tilt shift di Canon, smuova la coscienza delle persone.
"Il mio obiettivo è far sì che la gente prenda consapevolezza di questo conflitto e di quello che sta succedendo", afferma a proposito della sua serie di scatti, in cui alcuni degli sguardi dei giovanissimi incontrano la macchina fotografica, costringendo chi li guarda a stabilire una connessione inquieta con la loro condizione. "Si vedono immagini come queste nei notiziari, ma è facile distogliere lo sguardo. Per me come padre, è molto difficile chiudere gli occhi quando vedo bambini che dormono in un bosco o che devono rubare mele dagli alberi solo per poter mangiare qualcosa. È davvero difficile da vedere. Si tratta di un conflitto complicato. Le guerre sono complicate. Ma non è complicato capire che i bambini hanno bisogno di un posto sicuro per dormire".