ARTICOLO

Come sta cambiando il panorama del filmmaking con i social network?

Quattro personalità del settore parlano dell'impatto dei social sul mondo del cinema, dalla qualità dei contenuti a quali competenze è possibile imparare da TikTok.
Una videocamera Canon EOS C70 disposta in verticale per riprendere in modalità ritratto una donna seduta.

Canon EOS C70 dispone anche di un innesto per lo scatto verticale e di una funzione OSD orientabile per la registrazione di video in verticale, perfetta per i social media.

L'ascesa dei social media sta senza dubbio cambiando il mondo dei video, dalla generazione della domanda per modifiche più rapide fino al cambiamento della velocità di produzione dei contenuti. TikTok, Instagram e altre piattaforme stanno trasformando i più giovani in filmmaker professionisti? Gli influencer della generazione Z sono la prossima generazione di videomaker?

Quattro professionisti specializzati in diversi generi, che spaziano dai film tradizionali alla creazione di contenuti, si sono riuniti per discutere delle tendenze che influenzano il settore.

Il filmmaker e direttore creativo Danny Feng, con sede a Berlino, è titolare di Feng Production, lavora per brand come Nike e Samsung e realizza documentari autonomamente. Emma Edwards, direttrice della fotografia del Regno Unito con due decenni di esperienza alle spalle in serie drammatiche e film d'animazione, è titolare di Inkydink Pictures, ha girato con alcuni influencer e lavora sempre più a contenuti brevi per i brand e a supporti immersivi. Harry Seaton, sedicenne, è uno dei creatori di contenuti che ha registrato la crescita più rapida del Regno Unito su Facebook. Utilizzatore abituale di TikTok, all'età di 24 ora gestisce la ditta di influencer marketing Fluential.

A completare la rosa troviamo la produttrice di contenuti digitali Jita Mitra, attualmente a capo dell'unità Digital Production Unit presso BBC Three, dove ha fatto crescere il suo canale YouTube da 250.000 a oltre 1,6 milioni di follower.

Il creatore di contenuti e direttore marketing Harry Seaton posa per la fotocamera su una scala esterna, indossando un maglione grigio.

"Con i film, l'intrattenimento degli spettatori deve durare un paio di ore", spiega Harry Seaton, direttore della ditta di marketing per influencer Fluential. "Con una pubblicità in televisione, forse solo 30 o 60 secondi. Lo stesso avviene sui social. I filmmaker di maggior successo aggiungono molto contesto alle loro storie per avere più appigli, indipendentemente dal fatto di creare contenuti di due ore o di 15 secondi". © Harry Seaton

La produttrice e direttrice Jita Mitra seduta su una sedia da ufficio mentre sorride rivolta alla fotocamera.

"L'attrezzatura dovrebbe essere sempre in linea con la storia che si sta cercando di raccontare", suggerisce Jita Mitra, a capo dell'unità Digital Production di BBC Three. Jita ha avviato la sua carriera nel campo pubblicitario prima di passare ai contenuti digitali creativi. "Se i contenuti che voglio creare si svolgono a casa e riguardano il modo in cui trascorro le mie giornate, lavorando con una grande videocamera broadcast avrò bisogno di sistemi di illuminazione e operatori, il che mi impedirà di raccontare la storia che desidero. Se la storia deve essere intima e personale, è meglio registrarla da una reflex digitale". © Jita Mitra

In che modo differiscono i film per i social e quelli tradizionali?

Danny Feng: per me, si tratta di un'unica caratteristica. In precedenza la realizzazione di film era un'operazione di alto livello. Bisognava andare a scuola di cinema e poi lavorare in team, perché le videocamere erano molto ingombranti. Ora si può registrare qualsiasi contenuto anche da una reflex digitale compatta. Quando Canon EOS 5D Mark IV è stata introdotta sul mercato, ha offerto la possibilità di registrare video in 4K con un unico obiettivo. Nei video per i social si raccontano storie in modo più breve ed efficace.

Harry Seaton: "Il punto evidenziato da Danny è molto importante, in quanto con l'ascesa di TikTok e delle storie di Instagram sono in molti a non realizzare di essere filmmaker. Non realizzano che stanno immortalando una storia perché ne riprendono solo una piccolissima parte, ma in realtà è ciò che fanno. Si tratta di porsi la domanda: 'Quanti elementi di storytelling riesco a includere con un determinato mezzo?'"

Jita Mitra: "Analizzando molti formati di YouTube, si realizza che gli stessi formati sono presenti in televisione, solo che vengono eseguiti diversamente. Con l'avanzare della mia carriera sia in ambito televisivo sia in quello dei contenuti digitali, vedo che per lo storytelling esistono le stesse metafore e pause per tutti i contenuti. Credo che ci siano più somiglianze che differenze".

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Credete che la natura dei video per i social stia cambiando il panorama video generale?

Emma Edwards: "Decisamente sì, in termini di capacità di concentrazione. Quando lavoro alle produzioni delle altre persone, si tratta sempre di contenuti rapidi e istantanei. Di solito riprendiamo contenuti in forma più lunga, quindi li usiamo per diverse piattaforme, data la limitatezza dei budget".

Harry Seaton: "Molte persone a me coetanee faranno finta di essere interessate ai documentari più lunghi. Ma se guardiamo più attentamente i loro schermi, quanto tempo trascorrono su TikTok o Instagram, sollevando lo sguardo solo per le cose importanti?"

Danny Feng: "Oggi l'attenzione sta subendo un cambiamento a causa dell'accessibilità: con il solo clic di un pulsante si può accedere a qualsiasi contenuto di questo assurdo mondo digitale. Quando guardo un documentario, sono rapito. Ma non tutti sono così, come ha detto Harry".

Jita Mitra: "Con la televisione ci si aspetta che il pubblico sia più prono a guardare. È un'esperienza da vivere da seduti, mentre sulle piattaforme digitali il pubblico non è passivo. Bisogna lavorare molto più duramente perché è fin troppo semplice per gli utenti cambiare contenuto".

La direttrice della fotografia Emma Edwards con lo sguardo rivolto a sinistra. Tiene in mano una fotocamera Canon mentre si trova all'esterno di un edificio con ampie finestre.

Durante le riprese con gli influencer, la direttrice della fotografia Emma Edwards ha potuto provare una sorta di crossover tra gli spazi per la creazione di contenuti e quelli tradizionali per le riprese di un film. "Sostanzialmente riprendiamo in 16:9, ma spesso i produttori o gli influencer dicono la propria affermando che si tratta di un formato per tutte queste le piattaforme", spiega. "Vogliono sempre controllare come risulterà l'aspetto in forma quadrata per Instagram e mi chiedono di applicare una maschera al monitor, ma in quel caso non riesco a vedere l'immagine in toto, che per me è la parte più importante". © Emma Edwards/Inkydink Pictures

Il filmmaker Danny Feng, che indossa vestiti casual e scarpe da ginnastica bianche, effettua le riprese con una videocamera Canon su uno sfondo lilla.

"Il livello di entrata è così basso che chiunque abbia della creatività nel proprio DNA può prendere una videocamera e, semplicemente, iniziare a produrre", afferma il filmmaker Danny Feng. "Uno YouTuber che seguo lavora in uno studio fondamentalmente allestito per le trasmissioni live. Non è un videomaker, ma ha un microfono a fucile e una scrivania da cui può passare a diverse videocamere usando transizioni interessanti. È totalmente autodidatta". © Danny Feng/Feng Production

Quanto è importante la qualità dell'immagine quando si tratta di contenuti social? In che modo questo influisce sui contenuti che realizzate?

Danny Feng: "L'attrezzatura che utilizziamo dipende dalla piattaforma su cui andremo a distribuire i contenuti. Le telecamere di fascia alta o media non saranno obsolete in futuro. La scelta è basata sul contesto. Se si tratta di un'inserzione da 15 secondi per Instagram, da una prospettiva di marketing e vendite è più efficace se il contenuto è un po' grezzo. Le conversioni sono decisamente migliori".

Harry Seaton: "Sono completamente d'accordo. Amo vedere pubblicità di alto livello e ben prodotte in TV e a volte anche sulle piattaforme social, ma non vorrei vedere le pubblicità dei brand su TikTok. Tuttavia, se notassi un creatore che carica contenuti incredibilmente ben realizzati, ne andrei pazzo. Ultimamente la tendenza su TikTok è quella di usare reflex digitali per creare incredibili annunci di livello televisivo. Risaltano particolarmente perché gli utenti non sono abituati a vedere questo genere di contenuti su TikTok".

Emma Edwards: "Spesso, quando si riprende con il telefono, le operazioni applicabili in fase di post-produzione sono limitate. Effettuare un grading decente sui video ripresi con il telefono è decisamente difficile. Come spettatrice, non credo che alle persone importi davvero, ma come direttrice della fotografia ha un gran rilievo per me".

Jita Mitra: "Il pubblico ha aspettative diverse in base alle varie piattaforme. L'idea che i contenuti delle piattaforme digitali non debbano avere un bell'aspetto è molto vera, ma solo perché non devono necessariamente non significa che non possano".

La direttrice della fotografia Emma Edwards riprende due uomini che conversano vicino una porta-finestra in vetro. Uno dei due si tiene al corrimano con lo sguardo rivolto verso la città avvolta dalla nebbia oltre il vetro.

"Non faccio un uso smodato dei social", spiega Emma, qui raffigurata sul set del suo film Altruistic nel 2018. "Preferisco guardare i normali film o serie TV drammatiche. Durante la pandemia ho apprezzato i contenuti più brevi, ma sebbene ci siano molti video divertenti e nonsense per distrarsi dal quotidiano, è difficile trovare una storia veramente interessante e coinvolgente". © Inkydink Pictures/Soilse Lundberg

Quali competenze stanno acquisendo le persone dalla creazione di video per i social? In che modo questo si traduce nelle tendenze del settore in generale?

Jita Mitra: "Si tratta di storytelling. Come posso ideare un format con uno scopo e che le persone hanno voglia di guardare? Come racconto quella storia e come posso assicurarmi che le persone continuino a guardare fino alla fine? Che si tratti di un documentario di un'ora o di un video di cinque minuti, bisogna avere chiaro lo scopo dei propri contenuti e avere un motivo per cui il pubblico dovrebbe fruirne".

Danny Feng: "In un mondo in cui tutto sta diventando sempre più digitale e in cui si cerca di pubblicare più contenuti di alta qualità possibili, è inevitabile che le persone si trovino davanti ad alcune scelte. Come 'Impostiamo 24 fotogrammi al secondo o 30? Riprendiamo in 4K o 1080? Come otteniamo un audio buono?' Chiunque voglia intraprendere la strada della creazione di contenuti impara inevitabilmente le basi del filmmaking".

Le piattaforme social stanno partorendo la prossima generazione di filmmaker? I creatori di contenuti passeranno alle trasmissioni broadcast o ai film?

Danny Feng: "Servono molto tempo e grande esperienza nel settore per ottenere una posizione da direttore della fotografia. Il fatto interessante è quanto sia bassa la barriera d'accesso a questo mondo per i giovani che iniziano online. Non devono fare questa scalata verso l'alto per poter raccontare le loro storie".

Jita Mitra: "Il mondo tradizionale può essere molto diffidente rispetto ai creatori di contenuti digitali. Nel mondo digitale, chi crea si occupa di ogni aspetto, dall'inizio alla fine. Nella televisione, la gerarchia è più netta. Per fare il passaggio, bisogna guadagnarsi il proprio posto partendo sostanzialmente dal basso o da una posizione mediana".

Harry Seaton: "Conosco molte persone ancora riluttanti a TikTok. Ha un problema di reputazione: ogni conversazione che intrattengo con qualcuno su TikTok inizia con 'Credevo si trattasse solo di adolescenti che fanno i balletti'. Ma ispira in modo sostanziale il mio team per le modalità da seguire per le riprese. Abbiamo inviato dei TikTok come riferimenti nei brief, mentre normalmente si prenderebbe ispirazione dalle pubblicità in TV o dai film".

Danny Feng: "Credo che TikTok sia un'applicazione estremamente sottovalutata. La gente crede si tratti ormai di una piattaforma satura, ma siamo solo all'inizio. Per noi creativi si tratta di un'enorme opportunità per far sì che il nostro lavoro ottenga maggiore visibilità".

Una persona guarda in una macchina fotografica, tenendola in alto a destra dell'inquadratura.

Cosa conta per i filmmaker di domani?

Affrontando le sfide, promuovendo la collaborazione e passando oltre i gatekeeper, i giovani creativi Ashleigh Jadee, Jack Harries e Irene Cruz stanno allargando gli orizzonti del cinema.
Le mani di una persona sui comandi e lo schermo LCD di una fotocamera Canon EOS R5 montata su un treppiede.

"Le nuove fotocamere introdotte sul mercato sono sempre più adatte al mio personale modo di effettuare riprese", spiega Danny, facendo riferimento ai modelli compatti ad alta risoluzione come Canon EOS R5 (nell'immagine) e Canon EOS C70. "Posso allestire le luci e semplicemente iniziare a riprendere, raccontando storie che catturano momenti spontanei. È un momento fantastico per essere un creativo".

Credete che le videocamere professionali siano adatte alle esigenze dei social media?

Danny Feng: "Quando Canon EOS C70 è stata introdotta sul mercato, ho pensato che fosse letteralmente ottimizzata per i social media. Il suo design consente di riprendere in verticale, per questo credo che le tradizionali videocamere per realizzare film stiano subendo cambiamenti in direzione di una maggiore adattabilità ai contenuti per i social media".

Emma Edwards: "Cerco sempre di scegliere la migliore attrezzatura per svolgere il lavoro restando nei limiti del budget. Credo che il compromesso sia l'audio. Viene tralasciato, specialmente se si registrano documentari in autonomia. Voglio sempre risultati affidabili e provo ad alzare l'asticella il più possibile per quanto concerne l'attrezzatura, così spingo per Canon EOS C300 [ora sostituita dal modello Canon EOS C300 Mark III] o EOS C500 Mark II con input XLR".

Harry Seaton: "Canon G7 X [ora sostituita dal modello Canon G7 X Mark III] è stata una manna dal cielo per gli YouTuber per molti anni".

Jita Mitra: "Proviamo sempre a lavorare con il miglior kit possibile. Se hai un'idea brillante e riesci a realizzarla con il supporto della migliore tecnologia, può diventare ancora più grande e incontrare i gusti di più persone. Credo che per essere un creatore di contenuti o un vlogger sia necessario usare l'attrezzatura più adatta a raccontare la storia".

Il creatore di contenuti e direttore marketing Harry Seaton seduto su un piccolo divano marrone sul set di un film allestito per sembrare un soggiorno.

"Le persone con cui comunico sui social vogliono contenuti di continuo. Bisogna dare loro ciò che vogliono", spiega Harry. "Trovo molto divertente quando le serie televisive vengono descritte come lente. Come possono essere lente? Sono solo tre parti! Ma questo è ciò con cui dobbiamo fare i conti oggi". © Harry Seaton

Quali elementi rendono un contenuto social d'impatto? Cosa vi appassiona del mondo del filmmaking di oggi?

Harry Seaton: "I migliori contenuti per i social sono quelli più immediati. Sui social media si ha pochissimo tempo per catturare l'attenzione degli utenti. Non pubblicherei un TikTok con un'introduzione più lunga di tre secondi. Ci sono persone che probabilmente non riescono a pensare a qualcosa di peggio che guardare un lungometraggio, perché si tratta di ore di vita sprecate. Potrebbero essere sostituite da centinaia di TikTok da guardare".

Danny Feng: "Verissimo. La fase di editing è estremamente importante. Sono un patito delle videocamere, per questo quando Canon ha introdotto EOS R5 ed EOS C70 ero estremamente emozionato. Per me significa poter produrre contenuti di qualità superiore con un ingombro ridotto".

Emma Edwards: "Personalmente, sono attratta dai contenuti da cui posso imparare. Nello storytelling sono alla ricerca di esperienze immersive e sto sviluppando e producendo una libreria di film in realtà virtuale".

Harry Seaton: "Ho un debole per le pubblicità veramente ben prodotte o per i contenuti originali per Netflix o ITV che vantano una produzione notevole e non vedo l'ora che gli influencer comincino a trovare la propria strada in questa direzione. Potrebbero esserci opportunità per i TikToker interessati al filmmaking, ma a quel punto si potrebbe dire che si tratta di filmmaker che per caso utilizzano TikTok o di TikToker che per caso fanno film? In ogni caso, mi piacerebbe vedere una maggiore collaborazione tra questi due mondi in futuro. E credo che avverrà".

Tessa Watkins

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