Rinomati fotografi condividono i loro pensieri e svelano la loro fonte di ispirazione

Dai migliori consigli alle riflessioni sulla loro arte, leggi alcune delle citazioni memorabili di rinomati fotografi che utilizzano Canon e che operano in diversi ambiti.
Una donna con cicatrici sulla parte superiore della schiena siede di fronte alla macchina fotografica, fotografata da Brent Stirton.

"Realizzo sempre reportage perché sono interessato a una prospettiva più ampia", afferma l'acclamato e pluripremiato fotografo Brent Stirton. "Sono convinto che la fotografia abbia il grande potere di fare luce sugli elementi che compongono un problema e di mostrarci quali possono essere davvero le conseguenze delle nostre azioni". Scatto realizzato con Canon EOS R5 e obiettivo Canon RF 24-70mm F2.8L IS USM a 42mm, 1/250 sec, f/3.2 e ISO 1600. © Brent Stirton

"Rinomato" è un termine soggettivo, specialmente quando si parla di fotografi e delle loro opere. Ad ogni modo, che si tratti di documentari, ritratti, natura, architettura o altro, non mancano i fotografi rinomati che usano fotocamere Canon e che hanno ottenuto riconoscimenti nei loro campi.

Raggiungere questo livello di successo professionale non è facile e molti di coloro che vantano prestigiosi riconoscimenti e importanti commissioni hanno imparato il loro mestiere e il loro senso degli affari nel modo più duro. Per questo motivo, possono condividere consigli, ispirazioni e riflessioni sulle loro passioni che vale la pena leggere.

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Brent Stirton

Le immagini di Brent parlano con forza del mondo che ci circonda. Il fotografo documentarista e Canon Ambassador sudafricano ha vinto diversi premi World Press Photo of the Year e Wildlife Photographer of the Year per il suo lavoro in grado di suscitare forti emozioni.

Essendo oggi uno dei fotografi più conosciuti e rispettati al mondo, Brent ha espresso il suo pensiero sull'importanza della fotografia. "La fotografia è il mezzo migliore per superare le barriere linguistiche e culturali ed è probabilmente il mezzo di comunicazione più democratico al mondo", afferma. "Tradizionalmente è qualcosa che la maggior parte degli esseri umani su questo pianeta può cogliere e comprendere immediatamente grazie alla natura comune. Detto questo, siamo nell'era dell'intelligenza artificiale e questo significa che il fotogiornalismo deve essere più che mai protetto e riconoscibile come testimonianza di verità. Il fotogiornalismo di qualità ha un'importanza troppo strategica per non essere tutelato".

Una ragazza con un foulard in testa e un lungo cappotto grigio siede su un cavallo da carosello, fotografata da Daniel Etter.

"Non credo che un'immagine abbia da sola la forza di cambiare qualcosa, ma può essere un piccolo tassello di un processo più ampio", afferma il tedesco Daniel Etter, vincitore del Premio Pulitzer. "Immagina un mondo senza immagini. Certamente possiamo leggere di cose che accadono al di là della nostra cerchia ristretta, ma per provare empatia verso altre persone, altri esseri viventi, le immagini hanno un effetto molto più rapido e viscerale. E così contribuiscono alla nostra comprensione del mondo, che può essere un punto di partenza per un cambiamento in meglio". Scatto realizzato con Canon EOS R5 e obiettivo Canon RF 28-70mm F2L USM a 57mm, 1/1000 sec, f/4 e ISO 1600. © Daniel Etter

Daniel Etter

Daniel, fotogiornalista e Canon Ambassador, pubblica regolarmente fotografie di grande impatto su prestigiose pubblicazioni globali e per ONG. Scrive e realizza anche film e ha fatto da mentore a numerosi studenti fotografi nell'ambito dello Student Development Programme di Canon al Visa pour l'Image.

"Se vuoi realizzare reportage dal taglio giornalistico, inizia a scattare da vicino", consiglia Daniel agli aspiranti professionisti. "Guardati intorno e cerca di capire a cosa hai accesso. Ti senti parte di una sottocultura? Perfetto, fammi entrare! Qual è il più grande conflitto sociale nella tua città? Fotografa il dietro le quinte, tutto ciò che gli altri normalmente non vedono. Mostra questo mondo in modo sorprendente".

Diana Markosian

Diana, documentarista armeno-americana, crea progetti multimediali che esplorano storie profondamente personali. Collabora regolarmente con le più importanti pubblicazioni, ha vinto un World Press Photo Award, ha ricevuto una nomination per Magnum Photos ed è stata nominata tra gli autori dei 10 libri fotografici preferiti del MoMA e dei migliori libri fotografici del TIME. Ci ha rivelato che il miglior consiglio per la carriera le è arrivato nel 1995 dal film indipendente Smoke di Wayne Wang e Paul Auster, dove un personaggio dice a un fotografo: "Non ce la farai mai se non rallenti, amico mio".

"Onestamente, mi ha cambiato la vita", ricorda. "Come fotografa, ero abituata a essere perennemente reattiva a qualsiasi cosa accadeva intorno a me. Questo passaggio del film Smoke ha cambiato totalmente la mia prospettiva di cosa significasse per me la fotografia. Non si trattava più di essere reattiva, ma di essere davvero presente e riuscire a fermarmi nel momento presente."

Sir Don McCullin

Sir Don, veterano della fotografia di guerra britannica, è uno dei più importanti fotoreporter viventi al mondo, avendo raccontato conflitti e questioni sociali per oltre 50 anni. È stato oggetto di mostre retrospettive e film, e molte delle sue immagini possono essere definite a pieno titolo come "iconiche".

Parlando del suo approccio nel fotografare i soggetti, afferma: "Quando si vaga per le strade per fotografare le persone, effettivamente si ruba la loro immagine senza chiedere il permesso. D'altro canto, non lo faccio in modo malizioso o subdolo. Lo faccio perché sto cercando di creare un registro dell'esistenza umana.

"Penso che sia necessario avere un impegno emotivo verso il fotogiornalismo serio, quando le persone soffrono e la loro vita è in gioco. Devi essere emotivamente consapevole al 100%. Io provo a lavorare su me stesso in modo da poter esercitare le mie linee guida: si cammina su una corda tesa molto sottile quando ci si aggira tra morte e distruzione. Qualsiasi cosa io abbia fatto nella mia vita, sono sempre stato attento a questo aspetto, con un atteggiamento perfino leggermente evangelista".

Un tecnico che indossa guanti bianchi sta pulendo il sensore di una fotocamera Canon.

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Una donna piange mentre tiene la mano di un soldato seduto in treno, fotografata da Ilvy Njiokiktjien.

"Trovare nuove idee è la parte più importante di questo lavoro. Bisogna pensare a storie che siano interessanti per un pubblico più vasto", consiglia la fotografa olandese Ilvy Njiokiktjien. Scatto realizzato con Canon EOS R5 con adattatore Canon EF-EOS R e obiettivo Canon EF 24-70mm f/2.8L II USM a 24mm, 1/500 sec, f/3.2 e ISO 2000. © Ilvy Njiokiktjien

Catturati dal fotografo Fernando Guerra con la fotocamera immersa per metà nell'acqua, alcuni pesci tropicali dai colori vivaci nuotano in uno stagno accanto a un edificio per uffici.

"Lo scopo della mia fotografia è quello di raccontare una storia che nessuno sapeva di dover ricevere e che mostra, per quanto possibile, la bellezza nel processo", afferma il fotografo portoghese Fernando Guerra. Questa straordinaria immagine è stata realizzata con la sua fotocamera immersa per metà nell'acqua utilizzando un filtro polarizzatore, per uno studio di architettura e di interior design brasiliano. Scatto realizzato con Canon EOS R5 con Canon Mount Adapter EF-EOS R e obiettivo Canon TS-E 17mm f/4L a 1/50 sec, f/16 e ISO 400. © Fernando Guerra

Ilvy Njiokiktjien

Ilvy, giornalista multimediale e Canon Ambassador, è membro dell'agenzia fotografica VII e lavora in tutto il mondo per importanti editori internazionali e ONG. Ha anche organizzato una mostra multimediale delle sue opere e ha vinto numerosi premi, tra cui il World Press Photo e il Canon Female Photojournalist Award al Visa pour l'Image.

"Ho sempre la sensazione che le persone pensino che essere buoni fotografi significhi solo essere tecnicamente bravi", afferma. "Naturalmente è bene conoscere alcune nozioni di base, ma ritengo che la qualità principale sia quella di interessarsi agli altri, essere gentili, essere curiosi, non essere invadenti nei confronti degli altri, ma allo stesso tempo spingersi in avanti. Bisogna continuare ad andare avanti anche quando si riceve un "no". Penso che la capacità di bilanciare queste abilità con la conoscenza della macchina fotografica sia il modo migliore per avere successo".

Fernando Guerra

Con un background nell'architettura, il Canon Ambassador Fernando ha un occhio esperto nelle strutture che cattura, un occhio che gli ha fatto guadagnare fama e incarichi presso studi di grido in tutto il mondo. Ha allestito mostre personali del suo lavoro ed è stato nominato Architectural Photographer of the Year.

"La fotografia architettonica è un lavoro di pazienza e anche di rigore, perché ho una missione ben definita da raggiungere. Il mio lavoro consiste nell'aiutare a comunicare un'idea, di solito il progetto della persona che lo ha ideato", riflette Fernando. "Per sopportare ore in aereo, giorni in hotel o aspettare un giorno o due in una casa o in un edificio per avere la luce giusta, è essenziale avere pazienza. E sì, so che ancora oggi sembra molto più affascinante di quanto non sia. Ma è importante non dimenticare mai che per avere pazienza bisogna avere un amore incondizionato per la ricerca dell'immagine".

Una persona tiene in mano un'asta d'acciaio, la cui estremità brilla di un rosso incandescente. Si vede solo la sagoma della persona, mentre la luce del sole si insinua attraverso le numerose fessure sul lato sinistro dell'edificio. Questa fotografia è stata scattata da James Nachtwey in Cecoslovacchia nel 1990.

James Nachtwey racconta la potenza del fotogiornalismo

Con una carriera di oltre quarant'anni, durante i quali ha documentato alcuni degli eventi globali più significativi e tragici, il celebre fotografo riflette sul perché il fotogiornalismo sia ancora una vocazione importante.
Alberi dalle silhouette sfocate si stagliano su un cielo arancione, al tramonto; scatto realizzato con Canon EOS R5 da Laura El-Tantawy per la serie Carrying Life: Motherhood and Water in Malawi.

"Credo davvero che lo sguardo umano sul mondo diventerà sempre più necessario man mano che l'intelligenza artificiale prenderà piede nelle nostre vite", afferma la fotoreporter Laura El-Tantawy. "Ci sarà un riconoscimento per il tipo di autenticità che attualmente è poco apprezzata: una veridicità e una presa di coscienza della condizione umana che la meccanizzazione non potrà mai offrire perché lo sguardo umano è insostituibile. Penso che gli anni a venire saranno cruciali per il nostro mezzo di comunicazione e sono ottimista su ciò che ci aspetta perché credo che il lavoro che facciamo diventerà ancora più importante in futuro". Scatto realizzato con Canon EOS R5 e obiettivo Canon RF 24-105mm F4-7.1 IS STM a 105mm, 1/20 sec, f/6.3 e ISO 400. © Laura El-Tantawy

Laura El-Tantawy

Laura, fotografa e Canon Ambassador britannico-egiziana, esplora idee sull'appartenenza e l'identità, spesso in modo impressionistico e astratto. Le sue opere sono state esposte in mostre collettive e personali in tutto il mondo e sono state pubblicate in alcuni dei più famosi giornali e riviste, oltre che in monografie autopubblicate.

"Ogni generazione di fotografi, passata, presente e futura, ha affrontato e continuerà ad affrontare le avversità; fa parte del gioco", afferma. "Questo è dovuto in parte al fatto che il mezzo di comunicazione si muove di pari passo con la tecnologia. Ogni volta che viene introdotta una nuova tecnologia, il lavoro dei fotografi e la loro esistenza sembrano compromessi. Attualmente stiamo affrontando la sfida chiara e concreta dell'intelligenza artificiale e della sua violazione del mezzo di comunicazione.

"Quando studiavo giornalismo e fotografia, i miei professori ci dicevano che il mezzo di comunicazione era morto. Immagina di sentirlo dire da giovane sognatrice che puntava a conquistare il mondo! Eppure, oggi siamo qui: stiamo ancora creando, crescendo e scoprendo".

Martin Parr

Il fotografo documentarista britannico Martin ha uno stile immediatamente riconoscibile, che gli ha fatto guadagnare fama in tutto il mondo per le sue prospettive uniche sulle persone e sui luoghi che cattura. La sua Martin Parr Foundation si propone di incoraggiare altri lavori di fotografia documentaria britannica.

"Per poter vendere una stampa 50x76 cm per una somma di 4.000 sterline (oltre 4.500 euro), è necessario proporre una buona stampa", afferma a proposito del suo mestiere. "Pertanto, la mia motivazione principale è quella di regolare le impostazioni tecniche in modo che la stampa sia di effetto quando è appesa alla parete: nitida, colori ben bilanciati, tavolozza ottimale ed equilibrata. Tutto deve funzionare. E deve invogliare le persone a comprarla. Quindi la mia risposta è sì, devi avere la tecnica per mettere in pratica le tue idee ed è per questo che per me è fondamentale avere un buon file e una buona risoluzione. È come una lingua: più verbi e sostantivi riesci a comprendere, migliore sarà la possibilità di esprimere esattamente ciò che vuoi dire".

Un cucciolo di tamandua, o formichiere minore, siede sul dorso di un tamandua adulto mentre si trova in una prateria, fotografato da Robert Marc Lehmann

"Una fotografia può essere memorabile in molti modi: un'intera storia raccontata in un'unica immagine, una bella immagine naturalistica di una situazione eccezionale messa a fuoco e inquadrata, o un'immagine che fa venire le lacrime agli occhi di chi la guarda. È tutta una questione di emozioni", afferma il fotografo e regista tedesco Robert Marc Lehmann. © Robert Marc Lehmann

Robert Marc Lehmann

Robert, appassionato ambientalista e Canon Ambassador, è apparso in rinomate pubblicazioni e ha vinto diversi premi, tra cui il National Geographic Photographer of the Year.

"Ho visto molto del nostro pianeta e sono stato in più di 120 paesi", racconta. "Luoghi meravigliosi, luoghi orribili, luoghi in cui la maggior parte delle persone non andrebbe mai o non potrebbe mai andare. Le persone devono sapere cosa resta da proteggere e devono anche conoscere l'impatto che hanno sul nostro pianeta, l'impatto a 15.000 km di distanza dal cibo che trovano nel supermercato. Quindi non avevo altra scelta che diventare un bravo fotografo e regista, perché se una cosa non viene fotografata o filmata, è come se non fosse mai accaduta! È un detto banale, ma ha un fondo di verità. Questo vale anche per gli animali e gli ecosistemi che amo tanto: tutto ciò che non viene salvato, andrà perduto".

Sebastião Salgado

Sebastião, uno dei massimi esponenti della fotografia documentaristica brasiliana, è famoso per le sue immagini in bianco e nero che documentano eventi storici fondamentali, spesso raccontati attraverso una prospettiva a lungo termine e ricca di sfumature. L'ex membro di Magnum Photos lavora nel campo della fotografia da oltre 50 anni e ha visitato più di 120 paesi.

"Il tempo trascorso a fotografare sul campo è solo l'1% del tempo dedicato ai miei progetti", afferma. "Il lavoro a tempo pieno è quello dedicato all'ideazione, alla progettazione e alla realizzazione del concept. È questo il bello della fotografia".


Tim Flach

Il fotografo britannico Tim fotografa la fauna selvatica in modo inusuale, spesso in uno studio, mostrando le diverse specie da una prospettiva ritrattistica.

"Credo che la fotografia sia interessante quando ti permette di ampliare la tua esperienza, quando ti permette di vedere qualcosa che non potresti vedere solo con i tuoi occhi", afferma. "È sempre molto più complesso produrre un tipo di lavoro che preveda più livelli". Da un lato, potresti scoprire di più su una specie. Dall'altro, un particolare animale potrebbe ricordarti un personaggio di fantascienza. Mentre vivi questo processo di connessioni e associazioni, inizi a chiederti come le persone vedano tradizionalmente la natura. È molto importante conoscere il diverso, arrivare al cuore delle persone e smuovere i sentimenti mentre accogliamo la diversità nel nostro mondo".

• Leggi l'intervista integrale a Tim Flach

Qualunque sia il loro campo di specializzazione o il loro livello di esperienza, i fotografi possono sempre imparare gli uni dagli altri, magari scambiandosi opinioni o sensazioni simili o mettendo in discussione i preconcetti degli altri. La fotografia, come altri campi creativi, è un settore in cui non si finisce mai di imparare.

Il vulcano Fagradalsfjall in Islanda in eruzione, con la lava che fuoriesce. Questa immagine è stata catturata da Paolo Pellegrin con una fotocamera Canon EOS R5.

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Ella Taylor

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