FUNZIONI DELLA FOTOCAMERA

La fotografia in condizioni di scarsa illuminazione con il sistema EOS R

L'acquisizione di immagini in condizioni si scarsa illuminazione e di notte è sempre stata problematica. Questo articolo spiega come le tecnologie avanzate e le innovazioni del sistema EOS R di Canon migliorano notevolmente le prestazioni in condizioni di scarsa illuminazione.

Sono molte le situazioni che richiedono di scattare in condizioni di scarsa illuminazione. Tra queste, la fotografia del cielo notturno e l'astrofotografia, la fotografia di animali notturni e l'acquisizione di scie luminose o effetti di light painting creativi a esposizione lunga. O ancora, è il caso della fotografia di paesaggi urbani notturni, tramonti e persino di miniere di carbone, il cui scopo è quello di catturare le condizioni ambientali, per cui l'uso del flash sarebbe inappropriato. Molti fotografi amano scattare durante la cosiddetta "golden hour", poco prima dell'alba e subito dopo il tramonto, quando ogni cosa è lambita da colori caldi e l'illuminazione è morbida e diffusa, ma il livello generale di luce è inferiore a quello diurno.

A prescindere dalla loro capacità di suscitare forti emozioni, la fotografia notturna e la fotografia in condizioni di scarsa illuminazione comportano sfide significative. Per definizione, fotografare significa cattura la luce, e minore è la luce a disposizione, più difficile sarà immortalare i dettagli e un'ampia gamma di tonalità. Quando la visuale è poco chiara, mettere a fuoco diventa complicato e nemmeno l'AF può essere d'aiuto. L'utilizzo di una velocità dell'otturatore più bassa per consentire l'ingresso di una maggiore quantità di luce aumenta il rischio di sfocatura, mentre l'aumento del valore ISO o della sensibilità alla luce della fotocamera generalmente comporta la comparsa indesiderata di rumore nell'immagine.

In questo articolo scopriremo come i progressi nelle tecnologie delle fotocamere e le innovazioni nel design stiano ponendo rimedio a questi problemi chiave della fotografia notturna e in condizioni di scarsa illuminazione, migliorando enormemente le prestazioni delle fotocamere del sistema EOS R di Canon in tali situazioni.

Uno scatto realizzato in condizioni di illuminazione estremamente scarsa con una fotocamera Canon EOS R che ritrae un minatore con polvere di carbone sul viso che guarda di lato, con il volto e il braccio illuminati solo dalla lampada del casco e da una piccola luce sullo sfondo.

Il fotoreporter Daniel Etter, vincitore del premio Pulitzer, ha testato le capacità di EOS R in condizioni di scarsa illuminazione in una miniera di carbone. Anche nell'oscurità, la tecnologia Dual Pixel CMOS AF ha consentito una messa a fuoco automatica rapida e precisa; il luminoso mirino elettronico da 3,69 milioni di punti ha permesso di visualizzare l'anteprima dei suoi scatti, mentre l'innovativo innesto dell'obiettivo RF ha fornito il supporto a obiettivi più luminosi, nuovi livelli di stabilizzazione dell'immagine e altro ancora. Scatto realizzato con Canon EOS R e obiettivo Canon RF 50mm F1.2 L USM a 1/60 s, f/1.2 e ISO3200. © Daniel Etter

Che cos'è il valore di esposizione (EV)?

Quando i fotografi usano un esposimetro per misurare la luminosità di una scena per poi regolare le impostazioni della fotocamera in base a quanto rilevato, l'unità di misura è il valore di esposizione o EV. Un numero elevato (come +10 EV) indica che si sta impostando l'esposizione per un soggetto luminoso, mentre un EV basso indica una scena più scura. In termini pratici, i valori EV corrispondono approssimativamente ai seguenti scenari tipici: 

  • Luce diurna (pieno sole, ombre distinte) = 15 EV
  • Luce soffusa, ombre morbide = 14 EV
  • Cielo coperto, luce diffusa (senza ombre) = 12-13 EV
  • Paesaggio subito dopo il tramonto = 11 EV
  • Stadio sportivo illuminato di notte = 9 EV
  • Strada luminosa con illuminazione notturna = 8 EV
  • Tipico ambiente domestico = 7 EV
  • Luci dell'albero di Natale = 4-5 EV
  • Vista lontana di edifici illuminati = 2 EV
  • Paesaggio notturno illuminato dalla luna piena = -4 EV
  • Paesaggio notturno illuminato dalla mezza luna = -5 EV
In termini fotografici, un incremento sulla scala EV rappresenta l'aumento di uno stop nell'esposizione. La combinazione di tre impostazioni della fotocamera (il cosiddetto "triangolo dell'esposizione") determina questo valore: apertura (f-stop), velocità dell'otturatore e ISO. Il valore EV si calcola con la seguente formula:

valore dell'esposizione = log2 (N2/t)

In questa formula, N rappresenta l'apertura f-stop e t la velocità dell'otturatore. Per il momento, supponiamo che il valore ISO sia fisso a ISO100. Se la matematica non è il tuo forte, non preoccuparti. I fotografi del passato hanno già calcolato il valore EV per ogni possibile combinazione di apertura f-stop e velocità dell'otturatore.

Tabella con i valori EV risultanti da diverse combinazioni di velocità dell'otturatore (asse verticale) e f-stop (asse orizzontale), con scale separate su ciascun asse per diverse impostazioni ISO.

Questa tabella mostra i valori di esposizione (EV) risultanti da diverse combinazioni di apertura e velocità dell'otturatore. Per iniziare, utilizzare la scala più interna (rossa) per trovare l'apertura f-stop (sull'asse orizzontale) e la velocità dell'otturatore (sull'asse verticale) che producono un determinato valore EV a ISO100. Se si passa a ISO200, utilizzare la scala verde su entrambi gli assi. Per ISO400 utilizzare la scala blu e per ISO800 la scala più esterna (magenta).

Diverse combinazioni di apertura e velocità dell'otturatore danno tutte lo stesso valore EV. A ISO100, ad esempio, 1/500 sec a f/1.4 corrisponde a un valore EV di 10, che è la tipica luminosità di una scena all'aperto durante la golden hour, e lo stesso vale per 1 sec a f/32. Modificando la sensibilità a ISO400, anche 1/60 sec a f/16 corrisponde a un valore EV di 10. Ciò significa che non esiste una sola impostazione corretta per ottenere una foto ben esposta di una determinata scena (è lo stesso principio che la fotocamera applica, ad esempio, quando si utilizza la modalità Priorità apertura, piuttosto che la modalità completamente manuale: cambiando l'apertura, la fotocamera regola automaticamente la velocità dell'otturatore per mantenere l'esposizione corretta).

Tutto ciò è utile, perché la modifica di una qualsiasi delle impostazioni dell'esposizione non influisce solo sull'esposizione, ma cambia l'aspetto dell'immagine. Ad esempio, la modifica dell'apertura influisce anche sulla profondità di campo: non sempre è possibile utilizzare un'apertura più ampia (un valore f inferiore) per far entrare più luce, perché in questo modo si restringe anche la profondità di campo, il che non è ideale se si desidera una nitidezza da primo piano a sfondo in un paesaggio.

Di conseguenza, spesso si preferisce utilizzare una velocità dell'otturatore più bassa quando si scatta in condizioni di scarsa illuminazione. Le lunghe esposizioni tuttavia comportano il rischio di sfocature dovute alle vibrazioni della fotocamera o al movimento del soggetto. Per fortuna, questa è un settore chiave in cui le tecnologie avanzate delle fotocamere del sistema EOS R possono aiutare.

Esposizione di luci colorate e piante illuminate immortalate di notte con Canon EOS R6 e sfocate dalle vibrazioni della fotocamera.

Una dimostrazione della differenza che la stabilizzazione dell'immagine può fare in condizioni di scarsa illuminazione. Questo scatto è stato realizzato con IS disattivato. Scatto realizzato con Canon EOS R6 e obiettivo Canon RF 15-30mm F4.5-6.3 IS STM a 15mm, 0,6 s, f/8 e ISO200.

La stessa esposizione di luci e piante illuminate fotografate di notte con una fotocamera Canon EOS R6; l'immagine è molto più nitida grazie alla stabilizzazione dell'immagine.

Questo scatto è stato realizzato utilizzando la stessa fotocamera, lo stesso obiettivo ed esattamente le stesse impostazioni, ma con IS attivo. Il miglioramento a livello di chiarezza e nitidezza è immediatamente evidente. Scatto realizzato con Canon EOS R6 e obiettivo Canon RF 15-30mm F4.5-6.3 IS STM a 15mm, 0,6 s, f/8 e ISO200.

Stabilizzazione dell'immagine

Anche con la fotocamera montata sul più robusto dei treppiedi, la semplice pressione del pulsante di scatto può causare vibrazioni in grado di sfocare l'immagine, in particolare durante le esposizioni più lunghe. Ecco perché può essere una buona idea attivare l'otturatore da remoto con un comando a distanza o l'app Canon Camera Connect installata sul proprio smartphone o tablet. Se nelle reflex digitali c'è il rischio di vibrazioni (lievi ma percettibili) causate dal ritorno in posizione dello specchio riflettente quando si sposta per esporre il sensore, le fotocamere mirrorless del sistema EOS R lo eliminano completamente. In generale, le fotocamere e gli obiettivi Canon più recenti incorporano una serie di tecnologie di stabilizzazione dell'immagine progettate per contrastare e ridurre al minimo le vibrazioni, indipendentemente dalla loro causa.

  • La stabilizzazione ottica dell'immagine negli obiettivi IS utilizza sensori giroscopici integrati per rilevare il movimento e un gruppo di elementi "flottanti" capaci di muoversi in modo da compensare tale movimento e mantenere l'immagine statica sul sensore della fotocamera.
  • L'innovativa tecnologia EOS R utilizza un sistema più avanzato, in cui il sensore d'immagine della fotocamera rileva anche eventuali spostamenti dell'immagine e trasmette i dati relativi al vettore di movimento al processore dell'obiettivo, che regola la stabilizzazione in tempo reale. Questo sistema è in grado di rilevare e compensare con precisione la sfocatura a bassa frequenza (lenta), prima difficile da individuare con i soli sensori giroscopici e particolarmente problematica durante le lunghe esposizioni. Questa tecnologia Dual Sensing IS è resa possibile dall'aumento di velocità e larghezza di banda della comunicazione tra fotocamera e obiettivo offerto dall'innovativo attacco dell'obiettivo RF di Canon.
  • Nelle fotocamere con stabilizzazione dell'immagine integrato (IBIS), introdotta nei modelli EOS R5 e EOS R6 nel 2020, il sensore magnetico si sposta per compensare qualsiasi tipo di movimento della fotocamera.
Inoltre come sottolinea Mike Burnhill, Senior Product Specialist di Canon Europe: "Ciascun tipo di IS si adatta a diversi tipi di movimento o vibrazioni: l'IBIS è più efficace contro le vibrazioni alle lunghezze focali più ampie, mentre lo stabilizzatore ottico dell'obiettivo è più efficace alle lunghezze focali dei teleobiettivi". Quando si utilizza un obiettivo con IS ottico su una fotocamera Canon con IBIS, i due sistemi cooperano per fornire un livello di compensazione ancora maggiore. Con alcune combinazioni di fotocamera del sistema EOS R e obiettivo RF, è possibile ottenere fino a 8 stop di stabilizzazione dell'immagine combinata. Ciò non solo riduce al minimo la sfocatura in condizioni di scarsissima illuminazione, ma permette anche di scattare a mano libera in situazioni prima inimmaginabili.

Uno scatto realizzato in condizioni di scarsa illuminazione di un gatto soriano accovacciato sopra un mobile che guarda indietro oltre la sua spalla, con una lampada molto fioca sullo sfondo.

Canon ha sviluppato sistemi di messa a fuoco automatica intelligente basati sull'intelligenza artificiale, in grado di rilevare e seguire gli occhi degli uccelli in volo o i volti di cani, cavalli e gatti, nonché di persone, anche in condizioni di scarsa illuminazione. Scatto realizzato con Canon EOS R5 e obiettivo Canon RF 85mm F2 MACRO IS STM a 1/500 s, f/2 e ISO200.

Prestazioni di messa a fuoco automatica

Detto questo, la stabilizzazione d'immagine viene disattivata durante le lunghe esposizioni notturne o le riprese su treppiede e rimane inutile se la visuale non è sufficientemente chiara da poter mettere a fuoco in modo adeguato. Fortunatamente, le fotocamere del sistema EOS R incorporano sistemi di messa a fuoco automatica all'avanguardia, efficaci anche a valori EV molto bassi.

La tecnologia Dual Pixel CMOS AF sviluppata da Canon e introdotta nel 2013 è ora alla sua seconda versione nei modelli di fotocamera più recenti. Ciascun pixel sul sensore CMOS Dual Pixel è dotato di due fotodiodi indipendenti (le parti del sensore che registrano l'intensità della luce, o luminosità). Il processore della fotocamera confronta i segnali provenienti dai due fotodiodi e, se corrispondono, determina che quel punto dell'immagine è a fuoco. In caso contrario, esamina le coppie di fotodiodi in un gruppo di pixel al fine di calcolare la direzione in cui regolare l'obiettivo per mettere a fuoco l'immagine e l'esatta entità della regolazione necessaria. Questo sistema funziona anche a livelli di luce molto bassi, perché ciò che conta è la forza relativa del segnale tra le coppie di fotodiodi, piuttosto che il livello assoluto.

Inoltre gli altri sistemi AF utilizzano solo un numero limitato di singoli pixel dedicati per l'AF a rilevamento di fase, mentre la tecnologia Dual Pixel CMOS AF utilizza ogni singolo pixel sul sensore di immagine, pertanto l'area AF copre di fatto l'intero fotogramma dell'immagine. Offre inoltre un notevole vantaggio per il tracking di un soggetto all'interno di un fotogramma, perché non c'è alcuno spazio vuoto fra i punti AF. Il sistema funziona tanto nelle foto quanto nelle riprese video e rappresenta una vera e propria rivoluzione per i filmmaker che devono poter contare su una messa a fuoco e un tracking del soggetto impeccabili.

"La tecnologia Dual Pixel CMOS AF ha spinto i limiti dell'AF in condizioni di scarsa illuminazione, offrendo una messa a fuoco automatica in grado di raggiungere valori di -6 EV e inferiori" sottolinea Mike. "Il tracking del viso e degli occhi funziona intorno a -1 EV e la tecnologia consente di utilizzare la messa a fuoco automatica anche ad aperture ridotte".

Le fotocamere del sistema EOS R di Canon sono in grado di mettere a fuoco automaticamente a livelli di luce molto bassi, come mai prima d'ora:1

Per contestualizzare questi valori di esposizione, Mike spiega che: "Il valore di -6 EV corrisponde a un campo in mezzo al nulla illuminato unicamente da un quarto di luna. Il valore di -7.5 EV, invece, a una scena notturna di cielo stellato, come la Via Lattea".

Un paesaggio urbano notturno che mostra alti edifici con luci della strada riflesse in uno specchio d'acqua in primo piano.

In particolare nei paesaggi urbani notturni, una velocità dell'otturatore bassa non è sempre la soluzione più pratica per raccogliere la luce: troppi elementi della scena, dal traffico all'acqua, potrebbero essere in movimento e risultare sfocati. Per ottenere una buona esposizione potrebbe essere necessario aumentare il valore ISO, ma un'impostazione ISO elevata non deve necessariamente comportare livelli inaccettabili di rumore nell'immagine, neppure se si utilizza una fotocamera con un sensore APS-C più piccolo come EOS R10. Scatto realizzato con Canon EOS R10 e obiettivo Canon RF-S 18-45mm F4.5-6.3 IS STM a 22mm, 1/40 s, f/8 e ISO25600.

Sensibilità ISO elevata e riduzione del rumore

Tuttavia, come sottolinea Mike, "tutti i sistemi AF hanno bisogno di un certo livello di contrasto per riuscire a misurare e a mettere a fuoco". La messa a fuoco automatica non può essere efficace se il livello di luce è talmente basso da non consentire il rilevamento del contrasto o se il contrasto nella scena è troppo basso per essere rilevato. Quando si scatta in condizioni di scarsa illuminazione, a volte è necessario aumentare la sensibilità ISO.

Che cos'è l'ISO? L'ISO è una scala standard usata per misurare la sensibilità alla luce della pellicola o del sensore di una fotocamera digitale. Il nome deriva dall'Organizzazione internazionale per la normazione (International Organisation for Standardisation), che negli anni '70 ha unito i vecchi standard ASA e DIN per le pellicole in un unico standard. Le pellicole a ISO elevato contenevano una maggiore quantità di alogenuro d'argento sensibile alla luce, in genere sotto forma di cristalli, motivo per cui le immagini prodotte da questo tipo di pellicole erano caratterizzate da una grana maggiore. Nella fotografia digitale, un aumento del valore ISO comporta un aumento del guadagno o dell'amplificazione del segnale elettronico prodotto dai fotoni che colpiscono il sensore.

Contrariamente a quanto si crede, questo processo non aumenta di per sé la quantità di rumore dell'immagine, l'equivalente digitale della grana della pellicola. In condizioni di scarsa illuminazione, poiché le informazioni dell'immagine dipendono dalla luce, il rapporto segnale/rumore è intrinsecamente più basso e l'aumento del guadagno non fa altro che amplificare sia le informazioni dell'immagine sia il rumore già presente nell'immagine. Il rumore diventa quindi più evidente.

Le moderne fotocamere Canon tentano di risolvere questo problema con tecnologie di riduzione del rumore in costante miglioramento. "Le funzionalità di riduzione del rumore negli attuali modelli Canon EOS e Cinema EOS sono più avanzate che mai" afferma Mike. Tra queste troviamo algoritmi integrati e automatizzati di riduzione del rumore dovuto a valori ISO elevati (questi algoritmi possono essere applicati a tutti i valori ISO, ma gli effetti sono più evidenti a ISO elevati).

"Ogni fotocamera ha schemi di crominanza e luminanza definiti nel sistema", spiega Mike. "In pratica, queste preimpostazioni basate sulle specifiche del sensore e sulle impostazioni ISO dicono alla fotocamera che, quando un JPEG viene realizzato a un certo valore ISO, deve essere applicato un determinato valore di riduzione del rumore".

Altre tecnologie integrate includono la riduzione del rumore multiscatto, che rimuove il disturbo casuale confrontando più immagini scattate dalla stessa posizione, e la riduzione del rumore a lunghe esposizioni, che utilizza una versione moderna della sottrazione dei fotogrammi scuri per mappare il disturbo a schema fisso generato durante un'esposizione lunga.

Sagome di palme alte in controluce sullo sfondo della Via Lattea e di un cielo pieno di stelle, in un nitido scatto notturno realizzato con una fotocamera Canon EOS R6.

In genere l' astrofotografia richiede tempi di esposizione lunghi per catturare la luce delle deboli stelle del cielo notturno, ma non così lunghi da immortalare le scie di stelle. In ogni caso, è fondamentale tenere ferma la fotocamera e gli otturatori elettronici delle fotocamere mirrorless del sistema EOS R di Canon eliminano il rischio di vibrazioni della fotocamera dovute al movimento dello specchio, tipiche delle reflex digitali. Scatto realizzato con Canon EOS R6 e obiettivo Canon RF 16mm F2.8 STM a 25 sec, f/2.8 e ISO 6400.

Design avanzato del sensore

Oltre a queste tecnologie, Canon continua a sviluppare sensori ad alto guadagno con un potere risolutivo e un rapporto segnale/rumore migliorati, abbinati a processori d'immagine DIGIC sempre più avanzati. Il design del sensore stacked retroilluminato di EOS R3, ad esempio, combina due strati di circuiti sulla parte posteriore del chip, consentendo di raccogliere più luce e ridurre notevolmente il rumore. Inoltre, consente di inserire una parte maggiore dei circuiti del processore nel sensore stesso. "Riuscire a spostare i convertitori A/D più vicino al segnale significa avere meno possibilità che si presentino interferenze a generare più rumore, in modo da produrre immagini più pulite" rivela Mike.

Inoltre, il design del sensore stacked aumenta la velocità con cui il sensore trasmette i dati dell'immagine al processore DIGIC X della fotocamera, dove, in condizioni di illuminazione estremamente scarsa, le sue capacità di elaborazione possono supportare la riduzione del rumore a ISO elevati.

I sensori CMOS utilizzati nella gamma del sistema EOS R offrono tutti alcuni vantaggi significativi rispetto ai vecchi chip CCD. Innanzitutto, sono più efficienti nella raccolta della luce, il che assicura migliori prestazioni a valori ISO elevati e livelli di rumore ridotti. I fotorecettori hanno anche una maggiore capacità di saturazione, ovvero sono in grado di catturare una gamma dinamica molto più ampia.

Dal canto loro, i filmmaker possono sfruttare la rivoluzionaria tecnologia del sensore Dual Gain Output (DGO) di Canon nelle videocamere professionali EOS C300 Mark III e EOS C70. Sul sensore DGO, ogni pixel viene letto da due diversi livelli di amplificazione in tempo reale. Il segnale di amplificazione più alto cattura i dettagli più piccoli nelle ombre e riduce il rumore, mentre quello più basso cattura i dettagli nelle luci. Le due letture sono poi combinate in una sola immagine estremamente pulita, con oltre 16 stop di gamma dinamica. La tecnologia DGO non consuma più energia di un sensore tradizionale, ma consente di acquisire filmati HDR nitidi anche in condizioni di scarsa illuminazione.

Una donna in piedi su un sentiero sterrato che sorregge la sua mountain bike, un cielo scuro e nuvoloso e sagome di alberi in controluce dietro di lei. Scattata con Canon EOS R6 Mark II.

Le più recenti fotocamere Canon sono in grado di mettere a fuoco automaticamente con livelli di luce notevolmente bassi. L'AF di EOS R6 Mark II è efficace fino a -6,5 EV; in questo caso, con una luce compresa tra 1 e 2 EV, ha messo a fuoco il volto del soggetto senza difficoltà. Scatto realizzato con Canon EOS R6 Mark II e obiettivo Canon RF 15-35mm F2.8 L IS USM a 15mm, 1/15 s, f/3.5 e ISO800.

Scatto notturno di un edificio riccamente decorato realizzato in condizioni di illuminazione artificiale con una fotocamera EOS R10, caratterizzato da dettagli ben visibili tanto nei mattoni quanto nelle luci.

Non sono solo le fotocamere con i sensori più grandi a offrire buone prestazioni in condizioni di scarsa illuminazione: anche EOS R10 con sensore APS-C eccelle in tali condizioni. In questo scatto è stata in grado di gestire l'ampia gamma dinamica della scena, catturando i dettagli dei mattoni dell'edificio senza che le aree più luminose risultassero sovraesposte. I rivestimenti Super Spectra degli elementi ottici dell'obiettivo hanno contribuito a ridurre al minimo l'effetto flare che ci si aspetterebbe di vedere con fonti di luce così forte nello scatto. Scatto realizzato con Canon EOS R10 e obiettivo Canon RF-S 18-150mm F3.5-6.3 IS STM a 18mm, 0,3 s, f/3.5 e ISO100.

Sensori e megapixel

Ma non finisce qui. "È facile supporre che un maggior numero di megapixel si traduca sempre in immagini migliori, ma non è così semplice quando si tratta di fotografia in condizioni di scarsa illuminazione" afferma Mike. Se due fotocamere offrono lo stesso numero di pixel ma una ha un sensore fisicamente più grande dell'altra, la fotocamera con il sensore più grande produrrà immagini di qualità superiore in condizioni di scarsa illuminazione. Ciò è dovuto al fatto che i singoli pixel, o più propriamente i fotositi, del sensore più grande sono fisicamente più grandi di quelli del sensore più piccolo. Così come un secchio più largo raccoglie più acqua piovana rispetto a un secchio stretto, un fotosito più grande è in grado di catturare più luce, il che è fondamentale nella fotografia in condizioni di scarsa illuminazione.

Se invece due fotocamere hanno sensori delle stesse dimensioni, quella con il numero di megapixel inferiore avrà prestazioni migliori in condizioni di scarsa illuminazione, a parità di altre condizioni. Infatti, un minor numero di pixel nella stessa area si traduce in fotositi più grandi e in grado di raccogliere più luce, offrendo un migliore rapporto segnale/rumore.

"È importante tenere presente questo aspetto quando si considerano le specifiche di una fotocamera" afferma Mike. "Con EOS R6 Mark II volevamo continuare a garantire l'efficacia della fotocamera nella più ampia gamma di condizioni possibili, quindi abbiamo progettato un equilibrio ottimale tra il miglioramento della risoluzione e la stessa eccellente capacità di scatto in condizioni di scarsa illuminazione".

Scatto di un ampio paesaggio urbano caratterizzato da un fiume tortuoso e da un ponte stradale ben illuminato, realizzato con una fotocamera Canon EOS R al tramonto e ricco di luci artificiali provenienti dalla città e dal traffico.

Sembra paradossale, ma un'immagine ben esposta in condizioni di scarsa illuminazione richiede una gamma dinamica più ampia, e non più ristretta, in modo da catturare i dettagli nelle aree scure e allo stesso tempo garantire che le luci stradali, il cielo al tramonto e le altre aree più luminose non vengano sovraesposte. L'avanzata tecnologia di elaborazione delle immagini di Canon aiuta a mantenere il rumore dell'immagine al minimo anche nelle aree più scure, dove il rapporto tra informazioni sull'immagine e rumore è in genere più scarso. Scatto realizzato con Canon EOS R e obiettivo Canon RF 28-70mm F2 L USM a 35mm, 6 sec, f/8 e ISO100.

Uno scatto realizzato con Canon EOS R6 sfruttando la luce disponibile che ritrae una ballerina in movimento, in equilibrio sulla punta di un piede, con le braccia tese. È illuminata dalla luce di una finestra laterale, con la stanza buia alle sue spalle.

Lo stesso vale per gli ambienti interni poco illuminati, ma in questo caso l'apertura molto ampia dell'obiettivo RF 50mm F1.2 L USM ha permesso di utilizzare una velocità dell'otturatore elevata anche in condizioni di scarsa illuminazione, catturando così il movimento del soggetto e riducendo al minimo gli effetti della vibrazione della fotocamera. Le notevoli prestazioni in condizioni di scarsa illuminazione dell'obiettivo lo rendono un'ottima opzione per immortalare l'atmosfera del momento utilizzando la sola luce disponibile. Scatto realizzato con Canon EOS R6 e obiettivo Canon RF 50mm F1.2L USM a 1/1500 s, f/2 e ISO200. © Javier Cortes

Altre tecnologie che migliorano le prestazioni in condizioni di scarsa illuminazione

La famiglia di fotocamere del sistema EOS R vanta altri vantaggi per la fotografia in condizioni di scarsa illuminazione. In qualità di fotocamere mirrorless, sono dotate di otturatore elettronico che aiuta a prevenire le vibrazioni a bassa frequenza dovute agli elementi mobili di un otturatore meccanico.

Inoltre, i mirini elettronici (EVF) di alta qualità della gamma EOS R offrono vantaggi significativi per la fotografia in condizioni di scarsa illuminazione. Dal momento che è illuminato, l'EVF è in grado di compensare i livelli di luce bassi e di rendere molto più chiara la visione di una scena scarsamente illuminata, permettendoti di vedere con chiarezza il soggetto; al contrario, il mirino ottico (OVF) non consente di vedere al buio. Quando si scatta di notte, come nel caso dell'astrofotografia, un OVF non offre la stessa nitidezza di un EVF. Il mirino elettronico consente inoltre di utilizzare funzioni come il focus peaking e lo zoom con messa a fuoco assistita, che non sono disponibili su un OVF.

Un altro grande vantaggio dell'EVF rispetto all'OVF è la possibilità di vedere un'anteprima in tempo reale della foto che si sta per scattare, con lo Stile Foto selezionato e altre impostazioni applicate. Grazie all'anteprima in tempo reale è possibile regolare l'esposizione prima di scattare, se necessario.

Inoltre, la gamma di obiettivi RF offre ulteriori vantaggi. Il nuovo rivestimento SWC (Subwavelength Structure Coating) e il rivestimento ASC (Air Sphere Coating) di cui sono dotati alcuni obiettivi RF aiutano a prevenire gli effetti ghosting e flare, che spesso rappresentano un rischio quando si scatta immagini con una forte retroilluminazione durante l'alba o il tramonto.

Tutte le fotocamere del sistema EOS R sfruttano la correzione dell'obiettivo e altri dati memorizzati all'interno di ciascun obiettivo in modo da correggere i difetti e le carenze ottiche di ciascun obiettivo durante l'acquisizione delle immagine se si scatta in JPEG o durante l'elaborazione RAW nella fotocamera se si scatta in RAW. La tecnologia Digital Lens Optimizer (DLO) di Canon è in grado di correggere un'ampia gamma di aberrazioni dell'obiettivo nella fotocamera, compresi gli effetti della diffrazione quando si scatta con esposizioni lunghe ad aperture ridotte.

"Canon ha mappato tutti gli obiettivi in diverse posizioni di messa a fuoco, apertura e zoom per scoprire i tipi di aberrazioni che si verificano" spiega Mike. "In questo modo, DLO può applicare le correzioni adeguate, producendo immagini a risoluzione più elevata di quelle normalmente disponibili. Questa tecnologia funziona sia con gli obiettivi RF che con quelli EF quando li si usa con fotocamere del sistema EOS R".

Grazie a tutte queste caratteristiche, dalle rivoluzionarie capacità di stabilizzazione dell'immagine e di messa a fuoco automatica alle avanzate tecnologie di riduzione del rumore, del sensore e del processore, le fotocamere del sistema EOS R e gli obiettivi RF di Canon continuano a superare le sfide cruciali della fotografia in condizioni di scarsa illuminazione, offrendo prestazioni un tempo quasi inimmaginabili.

1 Prestazioni della messa a fuoco automatica durante lo scatto di foto con un obiettivo f/1.2, punto AF centrale, AF One-Shot a 23°C/73°F, ISO100. Esclusi gli obiettivi RF con rivestimento Defocus Smoothing.

Jeff Meyer and Alex Summersby

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